domingo, 20 de octubre de 2013

Ayrton Sena: vittoria del suo terzo mondiale di F1 in 1991



‘E’ il 19 ottobre del 1991, a Suzuka, in Giappone. E’ una notte di pensieri. Ayrton Senna, uomo di pista e di stelle, è alla vigilia della vittoria del suo terzo mondiale di F1. L’ultimo, suo mondiale. Uno degli ultimi, in generale, di quando nelle corse si vedevano i sorpassi e il pilota contava più della macchina, o almeno poteva esserci questa illusione. Dicono che Ayrton se la giocava nella mischia. Sentiva la mischia e andava. Dicono che Ayrton avesse una grande sensibilità sul bagnato, roba buona per la pista. Fuori dalla pista c’era un conto aperto con Dio e i sensi di colpa. Ayrton, ricco e famoso. La sua gente, invece, sprovvista spesso anche degli occhi per piangere. Fece beneficenza: si seppe solo dopo la tragedia. E poi, e poi dicono che Ayrton era cosi forte che per qualche anno le biglie hanno smesso di interpretare i ciclisti e hanno cominciato coi piloti. Il mio amico Vittorio dice che ha cercato di incorniciare il pennarello con cui Ayrton gli ha fatto l’autografo. L’autografo invece è appeso ad un chiodo da una vita, insieme ai nostri dodici anni. Dicono che Ayrton sia stato il più grande di tutti i tempi, ma che a Rozzano, sul kartodromo dietro al centro commerciale dov’è cresciuto anche Alboreto, qualche volta non ha vinto. Dicono che Roberto Baggio abbia sbagliato il suo rigore contro il Brasile perché Ayrton ha deviato il pallone, da quel posto dov’è adesso, un bel pezzo sopra la traversa. Il mio amico Giorgio che racconta le corse mi ha detto che la volta che l’ha visto davvero in pace era quella volta lì, a Suzuka, dopo aver vinto il mondiale. C’era il tramonto e aveva il casco, giallo e verde, i colori della sua bandiera. Fissava l’orizzonte. Fermo. Niente male, per uno che, comunque sempre fuori media, sembrava a suo agio solo a trecento all’ora.’

Paolo Maggioni (Caterpillar)

martes, 1 de octubre de 2013

DP Customs motocicleta Defensor dedicata a Ayrton Senna





Non è il primo caso in cui una moto viene dedicata ad Ayrton Senna. Storiche sono diventate le Ducati 996, 748 e Monster dedicate al grandissimo campione di F1 brasiliano tragicamente scomparso ad Imola 19 anni fa.

Dopo le Rosse di Borgo Panigale è stato poi il turno della MV Agusta F4 quello di essere dedicata al campionissimo. Una dedica questa tributatagli da Claudio Castiglioni, suo amico (Senna aveva una 851) a cui fanno ora seguito i personalizzatori della DP Customs con questa motocicletta chiamata “Defensor”.

Ispirata nelle grafiche dal casco del brasiliano, la Defensor presenta tutti i principali di una moto americana: muscoli a vista, cromature, motore bicilindrico raffreddato ad aria e sella ed aspetto minimalistico.

Il motore Harley-Davidson appartiene alla serie Ironhead, con i carter esterni, i coperchi delle teste e le custodie della distribuzione in alluminio lucidato. Lo scarico due in uno con il corto terminale da tre pollici, privo di silenziatore, è un omaggio agli scarichi da F1.

Il telaio “hardtailed”, senza sospensione posteriore, è stato allungato di 100 mm, la lunga forcella ha i foderi spazzolati e le ruote sono da 19 pollici davanti e da 16 dietro. Altri contrasti fra il genere sport e lo stile custom, sono costituiti dal piccolo serbatoio “nocciolina” con il doppio disco forato, dalle ruote a raggi con il manubrio in due pezzi e dalla sella old style con il cupolino aerodinamico. La verniciatura è stata ottenuta con nove strati di colore.

«Questa moto è stata commissionata da un cliente il cui pilota preferito è appunto Ayrton Senna – dichiara - Jarrod Del Prado, realizzatore della moto - siamo dei grandi appassionati di motori, e abbiamo seguito Senna fin dalla sua prima vittoria con la Lotus, così abbiamo deciso di optare pe una livrea di colore giallo, verde e nero».

Fonte: www.automoto.it/news/dp-customs-defensor-una-special-dedicata-ad-ayrton-senna.html